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Ottoman Demographic Engineering before and during world war I
العنوان: | Ottoman Demographic Engineering before and during world war I |
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المؤلفون: | Fabio L. Grassi |
المساهمون: | Aleksandar Rastović / Andrea Carteny / Biljana Vučetić, Grassi, Fabio L. |
بيانات النشر: | Belgrade The Institute of History Belgrade - Sapienza University of Rome |
سنة النشر: | 2020 |
المجموعة: | Sapienza Università di Roma: CINECA IRIS |
مصطلحات موضوعية: | Ottoman Empire, Tsarist Empire, demographic engineering, Tatar, Circassian, Armenian, Balkan, Anatolia |
الوصف: | Lo Stato ottomano mise in atto per tutta la sua storia strategie di ingegneria demografica, cioè di trasferimenti mirati di popolazioni. Ma a partire dagli ultimi decenni del XVIII secolo tali politiche non erano più la prova di potere e controllo sui territori. Gli amministratori ottomani dovettero fare i conti con un costante afflusso di profughi musulmani, che all’inizio provenivano dai territori conquistati dall’Impero russo, poi anche dai territori via via perduti. Gli statisti ottomani non reagirono negativamente all’arrivo dei rifugiati, soprattutto perché essi aumentavano la quota della popolazione musulmana dell’Impero. Tuttavia, non erano pronti a far fronte all’arrivo di diverse centinaia di migliaia di rifugiati che si verificò nel periodo dal 1862 al 1864. Quei rifugiati provenivano dal Caucaso nordoccidentale, dove la Russia zarista decise di eliminare la popolazione locale attuando una politica di sterminio ed espulsione. Un altro grande ma meno sanguinoso afflusso di profughi si verifico negli anni successivi, dal Caucaso sudoccidentale. Gli ottomani accolsero circa un milione di persone, principalmente nell’interno dell’Anatolia, ma anche nei Balcani. I caucasici che erano stati mandati nei Balcani diventarono due volte profughi seguendo poi l’Impero in ritirata. Dopo le guerre balcaniche, l’Anatolia divento un enorme campoprofughi, dove la quota della popolazione musulmana era aumentata in modo significativo e almeno il 30% dei musulmani erano rifugiati arrivati di recente o discendenti di rifugiati. Questa situazione era particolarmente pericolosa per gli armeni. Per loro, lo Statonazione diventò soprattutto una questione di autotutela; allo stesso tempo, un grande Statonazione armeno non poteva esistere senza la cacciata di un gran numero di musulmani. La campagna di sanguinoso sterminio degli armeni in Anatolia, iniziata nel 1915 e generalmente considerata “primo genocidio del XX secolo”, deve essere interpretata in questo contesto e deve essere piuttosto considerata come la “tempesta ... |
نوع الوثيقة: | conference object |
اللغة: | English |
Relation: | info:eu-repo/semantics/altIdentifier/isbn/9788677431402; ispartofbook:War, Peace and Nation Building (1853-1918); War, Peace and Nation Building (1853-1918); volume:The Institute of History Belgrade Collection of Works, vol. 43; firstpage:225; lastpage:237; numberofpages:13; http://hdl.handle.net/11573/1475677 |
الاتاحة: | http://hdl.handle.net/11573/1475677 |
Rights: | info:eu-repo/semantics/closedAccess |
رقم الانضمام: | edsbas.94BD2C2 |
قاعدة البيانات: | BASE |
الوصف غير متاح. |